Ti racconto l’esperienza da sogno a Borgo Egnazia con i vini di Varvaglione!

Sono stata a Borgo Egnazia, ospite di Marzia Varvaglione della cantina Varvaglione 1921 e questa è la cronaca di una giornata da sogno.

Ho sempre pensato che qualunque giornata si affronti meglio con un buon bicchiere di vino tra le mani. Se poi ci abbini un posto da favola e la bellezza di una regione, la Puglia, che ti rapisce l’anima e non la lascia andare più, il risultato non può che essere entusiasmante.

Una settimana fa sono stata a Borgo Egnazia. Sì, la location del compleanno della pop-star Madonna, nel caso te lo stessi chiedendo. Sono stata ospite di Marzia Varvaglione per l’evento “Question of taste”, che mi ha accolta con la sua conclamata spontaneità, il sorriso contagioso e gli ottimi vini dell’azienda di famiglia. Marzia è una di quelle imprenditrici tarantine che è stata capace di valorizzare, più di quanto già non lo fosse, il suo brand: Varvaglione 1921. È un uragano di idee e iniziative che fanno bene al nostro territorio e alla già ben nota enogastronomia pugliese.

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Se dovessi usare un termine per descrivere la storia della famiglia Varvaglione sarebbe certamente “Evoluzione”, senza tralasciare l’aspetto più squisitamente tradizionale e familiare che trasuda da ogni etichetta. Ed è proprio la famiglia il valore aggiunto dell’azienda tarantina. Parola del patron, Cosimo Varvaglione, che – durante la degustazione tecnica in compagnia dei giornalisti – non ha fatto che sottolineare, non senza commozione, il suo affetto sconsiderato nei confronti della moglie, Maria Teresa Basile, dei figli – Marzia, Chicca e Angelo – e del padre, l’inizio di tutto.

Sì, perché Varvaglione 1921 è, prima ancora che impresa, un collettore di storie e ricordi. Come quelli che Cosimo Varvaglione ha snocciolato  durante la giornata. Varvaglione 1921 è anche condivisione, semplicità e qualità.

Marzia Varvaglione

Sulle tavolate in legno della sala che ci ospita scorre l’autenticità di un prodotto che ha già conquistato il mercato estero e gli scaffali della grande distribuzione. L’attenzione e la cura meticolosa dei dettagli fanno di Varvaglione una scommessa vinta in un territorio che, se parliamo di enogastronomia, appare saturo di eccellenze. Se pensate che qualcosa sia lasciata al caso, vi sbagliate. Evidentemente non vi siete imbattuti nell’etichetta del Marfi, Chardonnay Sauvignon che nasce 30 anni fa ed è dedicato a Marzia Varvaglione: un tripudio di profumi dal carattere unico e inconfondibile. Il sapore è avvolgente e ad ogni sorso si avverte la freschezza della frutta esotica.

La mia passione per i rossi, tuttavia, viene ripagata dalla boccata successiva: Salice salentino 85% negroamaro. Un bouquet aromatico equilibrato si sprigiona nel naso e nel palato al primo sorso. Complice di questo vino è anche l’annata: il 2015, che – come afferma Giuseppe Cupertino, sommelier manager di Borgo Egnazia – è stato l’anno dei rossi.

E a proposito di rossi, tocca alla Collezione privata di Cosimo Varvaglione: un negroamaro audace, austero in cui è subito evidente il sentore fruttato e speziato accarezzato dalla nota di macchia mediterranea. Non può non colpire il claim che avvolge con simbolismo ed efficacia l’etichetta della bottiglia: “Ogni uomo ha il diritto di dedicare un po’ di tempo a sé stesso”, si legge sul retro; che è un po’ la sintesi della vita di Cosimo Varvaglione, che ha reso la sua collezione privata un monumento all’eleganza e alla complessità di un gusto che appassiona.

Infine, sempre della collezione privata, segue il primitivo: un vino di un rosso rubino carico, note vegetali, frutti rossi non più marmellatosi. Un vino che oserei definire imponente e con il quale salutiamo questo tasting emozionante.

È la Puglia che vince e che ci accompagna, per mano, alla scoperta di un’eccellenza che non si esaurisce certamente nei 4 calici discussi con Chicca e Cosimo Varvaglione, ma prosegue all’esterno, nella piazzetta, dove ad attenderci è un pranzo “contadino” all’aperto. Non mi stupirebbe se, leggendo queste righe e perdendovi tra le immagini a corredo del pezzo, vi sentiste parte di quel sabato del villaggio leopardiano dove pare di vivere “un giorno d’allegrezza pieno, giorno chiaro, sereno.”

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La mia esperienza a Borgo Egnazia con Varvaglione volge al termine ed io, incantata dalla bontà del vino, dal sole e dai tetti di un bianco acceso, penso alla generosità della terra, della nostra terra, che ogni giorno ci regala poesia. Penso ai vitigni e al cielo di un azzurro carico che ci accolgono qui, in Puglia, agli ulivi e ai panorami che si imprimono nello sguardo, un incantato sguardo d’amore come direbbe Pasolini.

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