Perché Taranto NON rinascerà con il turismo
Taranto rinascerà con il turismo, titolava ieri un noto quotidiano nazionale. Io non ne sono molto convinta, ti spiego perché.
Tra la speranza, le aspettative e la concretezza di progetti condivisi v’è un abisso. Un abisso grande quanto quello che sta inghiottendo la città di Taranto. Perché il fatto che alcuni tarantini si augurino che la città risorga e possa, fra qualche tempo (quanto poi?) rinascere con il turismo, non coincide esattamente con la realtà.
“A fianco delle misure per l’Ilva sono previste anche norme e risorse per la riqualificazione della bellissima città vecchia e per la valorizzazione dell’Arsenale di Taranto”, ha sottolineato in una nota il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, parlando del decreto sull’Ilva di Taranto approvato dal Cdm.
Io, tuttavia, mi chiedo: Franceschini, a Taranto, è stato mai? E, nel caso in cui la risposta fosse affermativa, ha vissuto realmente la città? NO, senza ombra di dubbio alcuna.
Altro quesito che martella il cervello: come può rinascere Taranto con il turismo se le strutture sono fatiscenti, i piani di recupero inesistenti, se i piani che sono stati addirittura approvati per la riqualificazione della litoranea salentina (vedi quello del parcheggio risalente al 2007) non sono mai stati applicati? Soprattutto, come può rinascere Taranto se il tarantino e la classe politica invisibile che dovrebbe (e sottolineo dovrebbe) governare la città non possiede nemmeno lontanamente una cultura del turismo?
E, badate bene, non parlo da sprovveduta o da tarantina che non ha mai messo il naso fuori la città dei due mari. Parlo, piuttosto, da tarantina vissuta più di 10 anni nella bella e decantata Firenze del Matteo nazionale e che a Taranto è tornata per rimboccarsi le maniche e attivarsi concretamente senza trincerarsi dietro piagnistei e critiche distruttive.
Vorrei, senza risultare eccessivamente prosaica, analizzare la situazione che si snoda ogni giorno sotto i nostri occhi.
Il Lungomare
Partiamo dal Lungomare, uno dei più belli che abbia mai visto. Tutte le sere il Lungomare tarantino diventa appannaggio di abusivi e cittadini che non senza educazione si piazzano con le sedie nelle aiuole (che ormai non hanno alcuna funzione decorativa e sono abbandonate a sé stesse) come fossero ad una grande sagra autogestita.
Di toilet mobili (sulle quali i commercianti si erano dichiarati favorevoli) nemmeno l’ombra. Ed ecco che il Lungomare diventa un orinatoio a cielo aperto.
La Villa Peripato
E’ il polmone verde della città, un gioiello storico nel cuore di Taranto. La vista mozzafiato sul Mar Piccolo e il bacino interno del porto, è offuscata dall’incuria, dal manto stradale sollevato in alcuni punti, sculture divelte, muri traballanti e angoli completamente devastati. E’ così da anni e la villa continua a giacere tra l’indifferenza e il lassismo delle istituzioni.
La città vecchia
Spostiamoci nella città vecchia, in quel borgo antico in cui cultura, storia e arte dovrebbero rincorrersi. Ogni volta che passo di fronte San Cataldo è una ferita nel cuore: la piazza è praticamente un parcheggio selvaggio, la parte laterale della chiesa è una discarica che lascia indifferenti i passanti. Uno spettacolo greve, volgare. Per non parlare dei palazzi, che urlano alla riqualificazione. Sì, perché alcuni sarebbero di una bellezza devastante se solo fossero oggetto di un piano di recupero serio. E l’università? Perché, proprio nella città vecchia, non creare un polo universitario che sopprima la fuga degli studenti tarantini a Bari e a Lecce?
Ecco, Taranto ha bisogno di idee. O meglio di gente che abbia idee. Sane, creative, vincenti. Senza quelle difficilmente potremo parlare di turismo. Difficilmente potremo abbracciare la reale speranza che di Taranto si possa parlare come si parla anche solo di Ceglie Messapica. Non servono nemmeno i piagnistei, serve che i cittadini si indignino e scendano in piazza. Con delle proposte. Con la convinzione di chi è stanco di restare a guardare la molle Tarentum.
Educhiamoci, prima di tutto, ed educhiamo. Taranto NON rinascerà con il turismo – al momento – semplicemente perché non è pronta.
Photo credits: Cristina Carriere (foto Lungomare) – Giulio Farella (foto città vecchia)
Gentile Stefania, non sono d’accordo con te e spiego le ragioni.
Come sempre si fa per cercare di capire il destino di una città bisogna cercare di analizzare tutti i fattori in un arco di tempo sufficientemente lungo e non soffermarsi sul particolare.
Nessuno nega la presenza di zone di degrado in una città sostanzialmente lasciata a se stessa dagli amministratori locali. Per motivi di studio universitario vivo 7 mesi l’anno a Parma e so la differenza tra una città civile e una città abbandonata al degrado. Bisogna però considerare cosa era Taranto, e in particolar modo il Borgo Antico, 10 anni fa. Oggi si passeggia tranquillamente per il Borgo Antico (non perchè sia scomparsa una mai esistita minaccia ma perchè è cambiata la mentalità del tarantino ben pensante), si parla di circuito di ipogei (quando come Ass. Filonide aprimmo il primo nel 2004 la gente non conosceva neanche il significato del termine e si parlava dello “scantinato a taranto vecchia”) ed è nata una associazione (Taranto terra di sparta) che gestisce i 45 B&B di Taranto che sono in costante aumento e in questi giorni sono tutti pieni.
E’ vero che alcuni palazzi (quasi tutti comunali) del borgo antico cadono a pezzi.
Ma è altrettanto vero che diversi palazzi privati sono in fase di recupero e restauro. E’ un processo lentissimo ma che sta andando avanti. Chi opera quotidianamente sa che il il trend turistico è in lento ma costante aumento nonostante le tre palle al piede che Taranto si porta appresso ovvero Ilva, politica locale fallimentare e politica regionale bari-centrica. Ho molti dubbi su certi articoli apparsi su giornali locali e nazionali circa Taranto e la sua situazione. L’affossamento da parte del governo di politiche turistiche a Taranto è una precisa scelta politica nell’ottica di una imperitura monocultura dell’acciaio. Non meraviglia quindi il fatto che diversi giornali abbiano buon gioco nel “tirare a segno” contro Taranto e il suo inevitabile sviluppo turistico.
Abbiamo avuto nei giorni scorsi visitatori al museo ipogeo spartano dalla Cina che sono venuti ad hoc a Taranto e nel Salento tarantino e non di passaggio per Lecce e per Matera. Il merito di questo trend positivo è delle associazioni di cittadini che senza nessun sostegno pubblico ogni giorno lavorano per dare il proprio contributo in vari campi.
La riconversione economica di una città di 200.000 abitanti non si fa nell’arco di un paio di anni perchè è un processo lunghissimo, complesso e ,nel caso di Taranto, soggetto ad “incursioni esterne”.
Quindi cara Stefania penso che in un arco di tempo sufficientemente lungo (20-30 anni) si possa vedere la tanto desiderata riconversione economica basata su turismo, cultura e attività correlate perchè quella mentale è stata già realizzata e si inizia a pensare ad una era post-industriale senza tabù.
Saluti
Caro Roberto,
non ho affatto parlato di riconversione guardando al breve periodo. Ho semplicemente affermato che ORA Taranto non sembra completamente pronta. Come mai ci sono progetti approvati in Comune e mai attuati come il parcheggio sulla Litoranea Salentina? Come mai il Lungomare versa ancora in condizioni pietose? Mi pongo domande e mi chiedo perché le istituzioni siano ferme o appaiano tali. La città ha grosse potenzialità ma non le sfrutta. Ho vissuto, come ho scritto all’inizio del pezzo che altro non è che una riflessione, a Firenze per più di 10 anni e uno a Londra. So cosa significa vivere di turismo e come promuovere la città. Qui non sappiamo farlo e ti parlo da persona che si occupa di Comunicazione e Marketing digitale (questo sconosciuto a Taranto). Mi spiace, ma è così. Lungi da me pensare che non ce la faremo o non riconoscere il merito ad associazioni e realtà che sono nate per valorizzare il territorio. Io ce la metterò tutta, a partire soprattutto da settembre perché avvierò dei progetti.
Saluti a te.
Taranto non rinascerebbe con il turismo neanche se fosse pronta. Pensare che un’area geografica così complessa come la nostra possa rinascere con una dose di “turismo e cultura” è una fiaba che piace a tutti, ma in cui tutti dobbiamo smettere di crederci. Scuola e università prima di tutto, su cui concordo con quello che dici, ma con maggiori connessioni di qualità con il mondo del lavoro e incentivi. Solo se si riparte da una cultura dello studio e del lavoro si può portare benessere in una città. Il benessere porta più attività commerciali, più attrazioni. E questo porta il turismo, ma è solo una conseguenza.
Vivo a Bologna da 44 anni, da quando a 19 anni lasciai la mia amata città per seguire gli studi universitari a Bologna. Ho ancora familiari a Taranto, dove mi reco almeno 3/4 volte l’anno. Mi faccio del male quasi tutti i giorni collegandomi, via internet a giornali locali, dove leggo del costante ed inarrestabile degrado della città. Ma ciò che più mi ferisce è quando torno a Taranto ed osservo il comportamento incivile di tantissima gente che, al di là della soglia della propria casa, non ha rispetto per la cosa pubblica. Spiagge piene di rifiuti, a volte anche bene impacchettati, e lasciatio lì nell’eventuale attesa di chi? Qualche anno fa, una mia lettera venne pubblicata su di un giornale locale, nella quale denunciavo l’atteggiamento menefreghista di una vigilessa, che alla mia osservazione riguardo al comportamento troppo tollerante verso i motociclisti senza casco, mi invitava a non tornare più nella mia città, per evitare di malumori…Vigili assenti, senso civico assente, vige l’arte dell’arrangiarsi a tutti i costi alla faccia delle regole civili e di convivenza. Diamo la colpa alla politica baricentrica, ma gli inetti politici tarantini, chi li elegge? Prima di rifare Taranto, bisognerà rifare i Tarantini (mi scuso ovviamente con quei tanti Tarantini civili e onesti).
brava bell’articolo sono pienamente d’accordo e spero che qualcuno dopo aver letto l’articolo vada a Ceglie Messapica ad ammirare l’accoglienza e lucentezza e la pulizia delle chianche dei vicoli ed ad ammirare l’ordine che regna in quello splendido Comune di poche migliaia di abitanti , posso dirti che ho partecipato al Ceglie Food e ne sono rimasto affascinato per la pulizia , ordine e proposta corretta e innovativa inoltre è una cittadina dove ti puo’ facilmente capitare di sentire inglese, tedesco ed altre lingue ……noi qui ci limitiamo al dialetto dell’entroterra se pure ………Taranto non attrae investitori ed anche se si affacciano mi sembra scappino via e se aspetta gli investitori locali campa cavallo !! ti seguo sempre con interesse ed attenzione
condivido ed aggiungo solo che , qualora tutte le problematiche che tu elenchi fossero risolte, ciò non basterebbe a rilanciare (o lanciare senza ri-) la città
– L’isola che vogliamo dedicata a Lucio Dione
– Taranto capitale della cultura 2019
– Taranto Spartana
– Il manifesto del mare
– Area Vasta
Questi sono solo alcuni esempi di idee raccolte per rilanciare la città di Taranto intorno alle quali si sono mosse molte persone tarantine e non quindi come vede, gentile Stefania le idee ci sono e sino tali e tante da generare un imbarazzo della scelta cosi grande che poi non si sceglie nulla. Ciò che a Taranto regna sovrano (cosi come in gran parte del Paese) è “l’autoincensamento”, la teoria del :”nessuno e meglio di me” cosa che porta inevitabilmente a rimanere con un pugno di mosche in mano quando dalla parte “ragionata” si deve passare alla fase “realizzativa” perché in quel preciso momento prevalgono gli interessi personali o si può favorire l’amico dell’amico a discapito dei vantaggi di cui potrebbe godere la città ed i cittadini tutti.
Non va altresì dimenticata la “mazzata” che il dissesto finanziario (era Di bello) prima, ed il fiscale compact poi, hanno causato alla città. Mi interessa dire che in alcuni passaggi del fiscale compact viene sancito che i versamenti dell’IVA fatti dalle industrie ed aziende dovranno essere utilizzati per creare/potenziare servizi sui territori la dove queste hanno la loro sede legale e dov’è che Ilva ENI e tante altre aziende fortemente inquinanti hanno sede legale?
In conclusione se da un lato il sistema vuole mantenere su Taranto l’attuale status quo (a meno di qualche sporica voce fuori dal coro) dall’altro il tarantino non riesce a concretizzare la sua azione di rinascita perché a mio avviso NON LA VUOLE in quanto teme il cambiamento a prescindere da quale esso sia.
Giusto per mettere la ciliegina sulla torta. Al governo si sta scrivendo il decreto attuativo dell’art. 35 del Salva Italia ( DL 133 del 13/9/2014 nel quale è scritto che in Puglia dovranno essere realizzati ne 2 termovalorizzatori capaci di bruciare 255.000 ton di rifiuti l’anno. Indovinate dove andrà ubicato uno dei due? Forse perché la cementir sta chiudendo? Vedremo.
Caro Filomeno, le idee che tu hai elencato le conosco bene. Ma se la città imperversa in questo stato probabilmente o non sono troppo incisive oppure non sappiamo comunicarle e valorizzarle come dovremmo. Perché non partiamo dalla quotidianità, per esempio a valorizzare il Lungomare o la Litoranea salentina e a promuovere la legalità. Un esempio banale che tanto banale poi non è se ci pensiamo: la gente senza casco sui motorini. Io partirei da queste cose, dall’educazione del cittadino perché a che serve avere idee brillanti se la società non è pronta ad accoglierle, se la città non è pronta. Riflettiamo. Grazie per il tuo commento.
certo è che per crescere vi è anche la necessità di avere gente che sabbia mettersi in dubbio, che le proprie idee sappia valorizzarle, certo è che questa per tanto tempo (troppo) è vissuta nel disfattismo e in questo momento di disfattisti non si ha assolutamente bisogno.
Grazie per la citazione ma il link alla mia pagina flikr è sbagliato!
Saluti
Doh, è stato un errore. Abbiamo rimediato! 😉
Grazie!
Rivalutare il lungomare ? Domenica, tornando dall’isola che vogliamo, ho notato un’enorme quantità di lampioni spenti e ho pensato cosa avrebbero pensato quei pochi turisti di passaggio davanti a tanta trascuratezza. E i turisti ci sono! Alle 22,30 sono andata a visitare il Castello e nel gruppo nel quale ero inserita di circa 40 persone, solo in due eravamo di Taranto. E nell’isola, che ci fanno i banchetti degli abitanti che fanno panini e salsiccia e fritture varie? Ho visto situazioni da terzo mondo, mai viste in altri centri storici del sud; non un vaso di piante o fiori, nessun elemento decorativo…La maggior parte dei tarantini non ama la propria città e mi piange il cuore davanti a questo degrado crescente.
Buona giornata
Pienamente d’accordo con te Stefania. Finalmente leggo cose sensate.
Tutti i commenti sono interessanti, alcuni più altri meno. Sono del parere che ognuno di noi può essere utile alla rinascita di Taranto con il Turismo, partendo dalla base, facendo leva sull’educazione e il rispetto, insegnare ad avere quel senso di appartenenza ad una città unica al mondo per tutte le sue peculiarità. Chiaro che se ridiamo a chi, dalla sua auto cerca di centrare il cassonetto con il sacchetto della spazzatura diciamolo sinceramente che i colpevoli siamo anche noi se non gli diciamo che quel gesto da cestista non va bene fatto per strada. L’occhio critico va bene, ma non diamoci per sconfitti se la guerra ancora non l’abbiamo combattuta. Taranto rinascerà perchè la storia non ce la possono portare via. Fateci caso nasce tutto da li apprezzate il territorio nel raggio di 10 km e le risposte verranno da sole.
Mi sono imbattuto stasera per caso su questa pagina e ho letto tutta la conversazione ……
Tante cose vere e non ma secondo me una su tutte……
MANCANZA TOTALE DI EDUCAZIONE
i turisti tanto attesi arrivano già ma attenzione a non farli andare via . I caschi ,la spazzatura ecc….. cavolo ma davvero perderemmo il treno per queste cose?
Non è accettabile invito tutti i cittadini civili ad aiutare incoraggiare o a correggere chi non lo è.
Adesso tocca a noi , non c’è più tempo .
Andiamo a stanare la nostra classe politica
Intanto benvenuto Alberto 🙂 poi, d’accordissimo sul fatto che sia arrivato il momento di fare!
Quindi cosa dovremmo fare, “aspettare di essere pronti”? Si fa e si deve fare turismo con quello che si ha da offrire ora. Perché si diventa più “pronti” ad accogliere il turismo solo se questo cresce. I centomila visitatori del Castello stanno lì a dimostrarlo.
Carissimi,
sono nipote (figlio della defunta sorella….) d Piero Mandrillo, a cui fu dedicata una via, ke alcuni d voi conosceranno!…
Nacqui e vivo a Milano, testè “reduce” dalla OTTIMA “Expo 2015”, su cui (McDonalds, Coca e Nutella…. a parte !…) neanke io credevo molto !…
Considero la permanenza a Taranto…. una MISSIONE, SE fatta nel modo “giusto”!…
Cioè: CIASCUNO d voi faccia “il possibile” e lasci il “bene comune” e ciò d cui si serve in una condizione…. “leggermente MIGLIORE” d come l’ha trovato!… (Si possono anke fare delle “azioni DIMOSTRATIVE”, ke, al di là dell'”effetto NOVITÀ”, lasciano un po’ il tempo ke trovano…. maaaa…. non è detto !…)
SE ALTRI, come voi, VEDRANNO ke “si è appoggiati”…. in “men ke non si creda”, AVRETE il vostro…. “reflusso POSITIVO”!… AGITE in SILENZIO, e SENZA lamentarvi del “male altrui”. Quello lo fàmo già in tantissimi!… Qualcosa SUCCEDERÀ??… VEDREMO !!…
OTTIMO lavoro, e BENEdizioni a voi tutti !….
Abbracci. Sergio
(Da NON pubblicare, grazie !…) Stefania Ressa, potrebbe essere parente d Ondina Ressa, professoressa ed ex compagna d Germano Mandrillo (figlio d Mikelangelo, frate minore d Piero….)!…
COMPLIMENTI x il sito e tue iniziative…. qua e là!…
Cari saluti. Sergio / MI
Imbattuto per caso in questo post, da emigrante tarantino che segue tutto quello che riguarda la sua città natale..la cosa che salta subito agli occhi é l’ingenuità della discussione. Forse sarà una mia impressione, ma sembra quasi che vivere di turismo sia la cosa più semplice del mondo. Ma si, che ci vuole? Mettiamo a posto la città vecchia e il lungomare, facciamo il parcheggio sulla litoranea( complimenti per la visione eco-compatibile) e verranno tutti qui! Non faremo più niente e vivremo felici e contenti.. Ma i soldi chi li mette? Per ristrutturare una palazzina( nel caso città vecchia demolire e ricostruire) servono tra i 250.000 e i 500.000 euro, più o meno dipende da come é messa e se ci sono vincoli storici. Per gli interventi sul lungomare, villa peripato parcheggi vari ed eventuali, bisogna attingere da fondi comunali e non mi pare affatto che le casse siano piene. Ma poi come potrebbe convertirsi al turismo una citta da più di mezzo secolo prettamente industriale-operaia? Come pensate di convertire un operaio 45enne dell’ilva con 15 anni di servizio ad una professione turistica? Inoltre la gente più povera e poco istruita dei quartieri periferici con dovrebbe reagire alla presenza di turisti imbottiti di soldi secondo voi? Per un tarantino medio é quasi normale essere rapinato per strada o che ti “fottano” il motorino per il cavallo di ritorno, per chi viene da fuori no. E per concludere, so che ci sono stati degli addetti al settore culturale che hanno provato a tastare il terreno per proporre nuovi progetti europei, ma gli interlocutori incontrati sul territori non avevano affatto una dimensione chiara di quello che stanno facendo. In altre parole, portare in giro le persone per ipogei e poi racimolare qualche soldo vendendo birra e ricordini vari non rientra esattamente con l’idea di rinascita turistica di una città cosi complessa.